Rapporto Save the Children: minori migranti colpiti da serie diseguaglianze di salute

La XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Come stai?”diffuso oggi in vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza da Save the Children fotografa anche quest’anno le condizioni di vita di bambini, bambine e adolescenti nel nostro Paese.

Sezioni moto ricche di analisi riguardano anche i minori con background migratorio. Un piccolo estratto:

tra i “determinanti di salute” dell’età evolutiva e nella gestazione avere background migratorio rappresenta ancora un fattore di rischio: almeno fino al 2019 (dati più aggiornati ancora non ci sono) la mortalità infantile e neonatale era maggiore per i bambini nati da donne con cittadinanza non italiana. Le famiglie di origine straniera in Italia hanno un rischio di povertà ed esclusione sociale molto più elevato della media delle famiglie, una minor conoscenza del nostro sistema sanitario, talvolta i genitori se arrivati da poco hanno anche barriere linguisticoculturali da affrontare. La scarsa disponibilità di informazioni per orientarsi e la ridotta alfabetizzazione sanitaria – ovvero la capacità di ottenere, leggere, comprendere e utilizzare le informazioni sanitarie al fine di prendere decisioni appropriate sulla propria salute – rende difficile alle persone migranti accedere ai servizi sanitari per sé e per i propri figli in modo adeguato: da un lato si riscontra una sottoutilizzazione dei servizi di prevenzione, dall’altro un eccessivo uso dei servizi di emergenza. L’alfabetizzazione sanitaria è uno dei requisiti fondamentali anche per la sicurezza alimentare, la conservazione del cibo e l’uso consapevole dei farmaci.
Tra i problemi sanitari che si riscontrano nella popolazione di bambine, bambini e adolescenti di origine straniera troviamo una copertura vaccinale più bassa della media italiana (oltre a una difficoltà a ricostruire la storia vaccinale del minore), un maggior rischio di sedentarietà e di sovrappeso, anche dovuto al cambiamento di dieta. Inoltre, alcuni pediatri e neuropsichiatri infantili riscontrano negli adolescenti e nei giovani con background migratorio un maggiore stress accumulato negli anni – il cosiddetto carico allopatico che accomuna tutti i bambini che affrontano sin da piccolissimi stress legati all’insicurezza economica, alla povertà alimentare e alla povertà abitativa, stress legati alla perdita di sicurezza dovuta all’allontanamento dalla propria famiglia allargata nel Paese di origine. Le deprivazioni, le difficoltà fisiche e psichiche affrontate nel processo migratorio in prima persona o dai loro genitori, innescano meccanismi di adattamento nei bambini, che, se non vi sono interventi di prevenzione e promozione della salute deflagrano a distanza di anni, spesso in adolescenza.

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